Tecniche cognitive comportamentali
Performers che sono sottoposti a tante pressioni mostrano spesso una tendenza all’autocritica ed al perfezionismo e pensano “Se smetto di criticarmi, di essere rigido poi inizio a non avere gli stessi risultati”. La domanda è: “ Performiamo meglio quando siamo in una condizione di paura e stress, oppure quando siamo in uno stato di calma e lucidità mentale?”. La realtà è che chiunque di noi è più motivato, sente più energia e spinta competitiva quando riceve gli applausi, gli incitamenti, i complimenti invece che la critica e la denigrazione. Un approccio negativo ci mette ulteriormente sotto pressione aumentando l’ansia e la paura con il risultato di non raggiungere una performance ottimale e non poter sfruttare ed espandere appieno le proprie potenzialità. Allora perché pensiamo di dover essere severi con noi stessi? La risposta è perché abbiamo imparato ad esserlo da qualcuno o dall’esperienze. E’ come se nel nostro hardware o cervello qualcuno avesse messo un software rigido che rallenta la funzionalità e la velocità mentale. Gli interventi cognitivi comportamentali aiutano a “sostituire il vecchio software con uno altamente funzionante”.