Tecniche di rielaborazione
I performers hanno un super cervello. Quando subiamo un trauma fisico oppure emotivo come l'umiliazione da parte di varie figure quali l'allenatore, i compagni di squadra, i genitori, il pubblico o i fans, sarebbe istintivo evitare ulteriori performance. Coloro che performano invece nonostante la ferita sul corpo e nel cervello ed il rischio in alcune discipline per la propria incolumità fisica, continuano a sottoporsi a sfide e prove. La profonda disciplina, impegno and perfezionismo che va oltre l'istinto di sopravvivenza del proprio corpo e del proprio ego mi fa affermare che coloro che perfomano ad alti livelli hanno un “supercervello”.
Nella sfera sportiva e creativa e nella vita, alcune esperienze negative vengono “metabolizzate” o rielaborate , mentre altre rimangono “congelate” nel corpo e nel cervello con la loro intensità di quando sono avvenute. Questo perché alcune esperienze sono state particolarmente traumatiche, oppure perché sono state “l'ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso” spezzando un equilibrio.
Gli eventi traumatici sia emotivi che fisici tendono ad accumularsi a livello inconscio, ed è a causa di queste esperienze negative che quando poi si deve performare, si vive un senso di pericolo che si manifesta con insicurezza, sfiducia e tensione fisica. Tutto questo interferisce con una esecuzione ottimale del compito. Al fine di superare tale carico emotivo, vi sono psicoterapie di rielaborazione che aiutano a lasciare il passato nel passato.